Apprezzare la nostra vita religiosa

P. Mirco e P. Adam

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In occasione della Festa di San Giuseppe, 19 marzo 2009, sono giunti i nostri confratelli che fanno servizio in Parrocchia e gli studenti, membri della comunità della Casa Generalizia dei Missionari della Sacra Famiglia (MSF) a Roma.

All’inizio della Santa Messa, il P. Mirosław Komorowski MSF, ha invitato tutti i presenti a ringraziare Dio per San Giuseppe, “custode della Parola”, che ha servito in silenzio e obbedendo al Verbo. La sua vocazione era quella di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome e la casa.

Wiśniewski MSF ha invitato tutti i presenti ad apprezzare la nostra vita consacrata. Giuseppe è un falegname. Nel suo lavoro apprezzava il legno per fare le tavole, le sedie, ecc. Al giorno d’oggi tutto questo lavoro viene fatto automaticamente dalle macchine. Noi, però, non possiamo vivere la nostra vita così automaticamente. Occorre darle l’attenzione e la cura adeguata. P. Adam ha invitato i presenti a seguire l’esempio di San Giuseppe: così possiamo dimostrare che apprezziamo la nostra vita consacrata. Anche noi religiosi abbiamo la vita “da costruire” e non “già costruita”, come ha sottolineato il filosofo José Ortega y Gasset, dicendo che “la vita è un gerundium, non un participium, un faciendum, non un factum”. Apprezzare la vita vale molto, perché noi, tramite la professione dei voti, ci consacriamo, cioè, ci offriamo a Dio. Nella teologia morale, apprezzare la vita religiosa vuol dire apprezzare la nostra opzione fondamentale. In occasione della Festa di San Giuseppe, noi abbiamo bisogno come lui, di rispondere fedelmente all’amore di Dio rinnovando la nostra prima risposta, il nostro primo “fiat”, donato nella totale libertà e fiducia.

pranzo fraterno

Questa celebrazione è stata particolare. Concludendo la Santa Messa festiva, abbiamo cantato l’inno di Padre Berthier, il Fondatore dei Missionari della Sacra Famiglia. Stiamo ancora vivendo il Centenario della Pasqua del Fondatore, 100 anni dalla sua morte. Questo inno è appena stato composto da sig. T.M. D. de Silli, il maestro del coro della Parrocchia di Sta. Maria dell’Olivo di Roma, guidata dai nostri confratelli. Prima della Santa Messa, lui ci ha fatto ascoltare quest’inno per la prima volta e insieme a lui lo abbiamo cantato alla fine della Celebrazione. Dopo aver celebrato la Santa Messa, abbiamo continuato il nostro incontro attorno alla mensa fraterna.

Yohanes Risdiyanto MSF

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